mercoledì 11 maggio 2011

Skype cede al grande occhio e Microsoft conquista le terre di mezzo




È ufficiale, Bill Sauron è arrivato nella terra di mezzo, un simbolo della libertà di comunicazione. La compagnia fondata da Niklas Zennstrom e Janus Friis (creatori a loro volta di Kazaa, per lo sharing on-line) avevano messo a disposizione di tutti un modello di comunicazione popolare alla portata di tutti e per tutti, ignorando l'incombente marcia dei poteri oscuri che si muovevano oltre i suoi confini virtuali.
Skype possiamo paragonarlo a una valle verde, rigogliosa e spensierata, dove lo spazio e il tempo erano ridotti a bitclock infinitesimali, dove il concetto di comunicazione libera era la realtà e non un utopia. Skype ci ha dato molto, forse troppo, dai suoi servizi abbiamo preteso qualità e libertà senza conoscere gli enormi debiti (oltre 600milioni di euro) che l'hanno fatta cedere all'offerta multimiliardaria di 8 miliardi e mezzo di dollari offertali, a mano tesa e insanguinata, da un avida microsoft assetata di potere.

Xbox comunication
Tra le prime indiscrezioni si è sentito della possibilità di parlare con skype attraverso la X-box, un servizio che i proprietari della console conoscono amaramente, essendo un servizio di rete a pagamento, una politica contraria alla concorrente Sony Playstation3 che offriva il servizio online, lo spazio in rete per i videogiocatori di tutto il mondo, gratuitamente e misteriosamente colpita da un attacco hacker che ha messo offline 70 milioni di utenti, un attacco che infierisce sull'economia in ginocchio del sol levante a causa dello tsunami che ha devastato il Giappone, tutto a beneficio della concorrente di casa microsoft però.

Il grande occhio e il grande orecchio
Il web restringe i suoi confini indipendenti, luoghi stretti e circondati da enormi corporazioni che si muovono come stormi bombardieri, al loro passaggio più nulla è come prima. Ingerenze, controlli, censure, manipolazioni, il web è l'evoluzione della televisione, dove il suo potere di persuasione in rete subisce l'effetto focalizzante di una lente.
Un solo motore di ricerca, un solo social network, un solo portale video, e ora? Una sola compagnia che controlla la comunicazione in rete?

Il popolo della rete ha incassato l'ennesimo colpo di stato alle democrazie virtuali, l'odiato messenger, il più forato programma di comunicazione in rete non era forse sufficiente per la casa di mr. cancelli, divenuto sinonimo di insicurezza e di violabilità. Skype vantava miliardi di contatti in tutto il mondo, forte delle sue qualità comunicative, sia audio che video chiamata integrato. Chiunque abbia usato il programma conosce forse solo una parte dei servizi che la piattaforma offriva ai suoi iscritti e tutto, ovviamente, gratis e senza la presenza ingombrante di banner pubblicitari e degli spyware famigliari a msn.
Microsoft è un padre padrone, c'è e dobbiamo subirlo all'acquisto di ogni personal computer, per qualche strana ragione il mondo accetta questa presenza imposta dall'alto, ma la creatura di Gates è un mostro avido di controllo, non sempre riuscito secondo i loro subdoli piani (qualcuno si ricorda il defunto window Vista? Wow che fine ha fatto?).
I recinti ci spingono ad ammassarci dove ci viene detto di andare, sempre più internauti sono stipati in stalle da allevamento, dove si viene foraggiati automaticamente da servizi di ricerca mirati, pubblicità su misura e condizionamenti di tendenze e pressioni sociali.

Un mondo da salvare
Come salvarci da un simile potere all'apparenza inarrestabile?
Il web non ha confini reali, o meglio non ha spazi preesistenti, siamo noi a creare la terra da occupare, se il nemico avanza lo fa in un mondo che non esiste , e un nuovo mondo viene creato al suo posto. La rete è un universo parallelo al nostro, dagli spazi praticamente infiniti, se ci lasceremo usare come greggi questo universo diverrà una copia grottesca del mondo reale. Il virtuale è il luogo dove viaggiano le coscenze prive del loro corpo, rimasto dietro a uno schermo come componente integrale per la connessione diretta.
È istinto umano quello di farsi guidare, farsi dire cosa fare e come, di farci trovare pronto il servizio che utilizzeremo, i pastori pascolano i greggi da millenni, e forse era solo questione di tempo prima che l'incantesimo del paradiso cibernautico facesse i conti con la natura umana e il suo bisogno di controllo. L'anarchia di rete soffre forse di incoscenza, ma è forse compito di qualcuno dirci come pensare e come vivere nella nostra testa? La rete non è forse l'estensione delle nostre menti? Un mondo idealizzato, una proiezione dei nostri desideri, internet non è altro che quello che pensiamo e desideriamo, virtualizzato in immagini, parole e video, esperienze e condivisioni, possiamo forse perdere questa libertà?
Skype è stata una fortezza che è crollata per debiti di un mercato che sempre più fa i conti in rete, l'economia può controllare anche questa dimensione, perdendo pezzo per pezzo la sua essenza e il suo spirito pioneristico, lo stesso concetto di rete stà venendo meno, diventando sempre più una rete a strascico dai cui magli noi pesci siamo catturati inconsapevolmente da chi ci usa come merce, rinchiusi in allevamenti ci nutriamo del nostro bisogno di comunicazione, di diffusione, di conoscenza e interazione, ma forse siamo solo pecore che sognano.


© Lugath http://islandsocieties.blogspot.com